(((C.i.M.A)))
anarchia – autoproduzione – creatività – drum'n'bass – nichilismo – etc.
CHE FINE HA FATTO LA SCEPSI?
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Ma che fine ha fatto la scepsi?

Come già per altri temi di dibattito (vedi vaccini) nella maggior parte delle persone sembra riscontrabile una certa “ansia da auto-obbligo alla presa di posizione”.

Ovviamente sta capitando anche per il coronavirus: o bianco o nero, o è un’invenzione dei poteri occulti finalizzata al controllo, oppure bisogna proprio chiudersi in casa perché media stato scienza dicono l’assoluta verità.

Da un lato quindi c’è l’atteggiamento a tutti i costi complottista. Dall’altro invece c’è l’atteggiamento che parte dal moralismo più asservito e privo dei dubbi dati dal pensiero critico e si spinge magari fino ad accenni di fascismo.

Sarà forse perché da ciò dipende una serie di atteggiamenti pratici, ma il problema di fondo resta comunque quello delle posizioni definitive, del doversi per forza schierate da una parte o dall’altra.

Eppure basterebbe capire che, nella situazione in cui ci troviamo tutti noi non-infettivologi, non abbiamo strumenti per comprendere quali comportamenti siano effettivamente controproducenti e quali non lo siano e che quindi è normale che ci sia un certo spazio di tollerabile oscillazione nelle nostre reazioni.

Basterebbe pensare al ruolo centrale dei media nella costruzione delle notizie e della società nel suo insieme. Più nello specifico, basterebbe anche accorgersi che l’ambito medico non è affatto un corpus compatto e che al suo interno ci sono posizioni tra loro opposte, che pur mantengono pari dignità scientifica (!).

Basterebbe esercitare la scepsi.

Ma sembra che purtroppo *LASCIARE APERTO IL DUBBIO* sia per molti uno sforzo insostenibile.

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